22 novembre 2010

Ingegneri in pista per l'Africa

Da L'Arena di Verona di Lunedì 22 Novembre 2010 CRONACA Pagina 15 


SVILUPPO. L'Aiv fornisce supporto tecnico a ong e onlus impegnate in iniziative di promozione sociale nei Paesi poveri 
Ingegneri in pista per l'Africa
Professionisti progettano gratis pozzi e impianti di irrigazione in Mozambico e Malawi «Offriamo le nostre competenze»
Progettano, gratis, pozzi e impianti per riciclare l'acqua piovana nelle terre aride dell'Africa. Tecnica, cultura e saper fare come motori dello sviluppo, tanto più nei Paesi poveri. Senza nulla togliere, ma anzi a supporto, della solidarietà che nasce dal cuore. Si muove con questo spirito l'Associazione ingegneri volontari (Aiv), nata a Verona per iniziativa di alcuni professionisti sensibili ai problemi del sud del mondo. Ma proiettati, in un'ottica concreta, a dare corpo a questa sensibilità, attraverso le conoscenze maturate negli studi universitari e nel lavoro.
L'Aiv fornisce progetti ad associazioni non governative o a onlus già operanti nei Paesi poveri nel campo sanitario-assistenziale, della formazione professionale o scolastica, come Medici senza frontiere o la Comunità di Sant'Egidio, bisognose di competenze e aiuti per costruire impianti, edifici e capannoni.
Luca Comitti, 40 anni, ingegnere, romano ma da 10 anni a Verona, è presidente dell'Aiv e opera con i colleghi-amici Massimo Carmagnani, 28 anni, vice, e Pierpaolo Rugiero, 35, tesoriere, tutti ingegneri impegnati a Verona come dipendenti di aziende. Tra i primi ad aderire e a dare un proprio apporto all'associazione anche Isacco Rigodanze, segretario, e Angelo Baldizzone.
In questo momento gli ingegneri volontari stanno operando su tre fronti, tutti in Africa. Hanno progettato un sistema di riciclaggio dell'acqua piovana e alcune vasche di raccolta per dare continuità all'approvvigionamento idrico per le coltivazioni nel Collegio Politecnico di Nacala, nella costa est del Mozambico. Un altro progetto, sempre in Mozambico, gestito dalla onlus Amigos fungos do futuro, consiste nell'attivare pozzi a energia solare, pure finalizzati ad attingere acqua per un programma agricolo. Ancora: attivare un meccanismo di captazione dell'acqua del fiume Shire, in Malawi, con l'obiettivo di utilizzarla per innaffiare le colture.
«I manufatti da noi progettati servono per portare avanti iniziative di sostegno alle popolazioni locali, come insegnare ad arare i campi, a coltivare frumento e a mettere in moto piccole economie locali», spiegano Comitti, Carmagnani e Rugiero, che dedicano le ferie a verificare l'attuazione dei loro progetti nei luoghi in cui stanno sorgendo gli impianti. «Lo spunto per costituire questa associazione mi è venuta dopo essere stato alcune volte in Africa a visitare iniziative di cooperazione», puntualizza il presidente dell'Aiv, Comitti. «Mi ero reso conto che le ong o le onlus che portano avanti attività di sostegno e cooperazione hanno bisogno di competenze tecniche e professionali, per attuare i loro progetti, e di queste competenze anche l'Africa ha necessità. Da qui la scelta di dare il nostro aiuto, preparando i progetti e seguendone l'attuazione».
I tre ingegneri, a cui se ne sono aggiunti altri, non escludono che l'Aiv — www.ingegnerivolontari.org il sito internet dell'associazione dove si spiegano obiettivi, progetti e possibilità di collaborare — si allarghi ad altri professionisti, anche in discipline di tipo non tecnico, come potrebbero essere i sociologi. In cantiere c'è poi un progetto di turismo solidale, per far visitare luoghi in cui si portano avanti iniziative di solidarietà. «Restando all'ingegneria, il nostro tipo di attività in Africa sarebbe interessante anche per uno studente o un neolaureato che volesse dedicare parte del proprio tempo a un'attività di volontariato all'estero», aggiungono i tre ingegneri.
Il presidente dell'Aiv Comitti conclude con un richiamo: «Per quanto ho visto io nella mia esperienza in Africa, c'è una grandissima dispersione di competenze e di denaro, nei progetti di cooperazione internazionale. Sono convinto che da parte dei governi dovrebbe esserci maggiore controllo sulle priorità». Nell'interesse dell'Africa. Anzi, degli africani. E di chi li aiuta, donando.