07 giugno 2010

ICT, la decadenza e una speranza

Raccolgo e rilancio la riflessione proposta da Sebastiano Amato su Zeus News. La progressiva perdita di interesse da parte delle realtà imprenditoriali italiane e dalla pubblica amministrazione relativamente alle competenze tecniche è oramai diventata imbarazzante. E nell'ICT, se possibile, siamo ben oltre all'imbarazzo.

Ora che la crisi ha finalmente tolto ogni copertura all'assurdità della delocalizzazione industriale verso l'est Europa o addirittura l'estremo oriente, forse riusciamo a riprendere il discorso sulla necessità di valorizzare per davvero il Capitale Intellettuale, composto da Capitale Umano (la "testa" delle persone), Capitale di Organizzazione (organizzazione e qualità dei cicli produttivi di una relata' aziendale) e Capitale di Relazione (come una azienda riesce a comunicare con il mondo esterno, magari affrontando con convinzione il mondo dei social network).

Per noi ingegneri il quadro si aggrava a causa dell'oramai stucchevole discussione (ma tra chi, poi?) sulla riforma dell'ordinamento professionale italiano, sempre più distante da una realtà mondiale orientata al merito e alle competenze rispetto alla nostra sterile difesa di posizioni di rendita (vedasi la discussione sul minimi tariffari e più in generale sul "valore del timbro" per gli iscritti all'ordine, argomenti completamente senza senso per noi ingegneri del "terzo settore").

Buona lettura.

Carlo Reggiani

ICT, la decadenza e una speranza

I top manager dell'ICT esprimono preoccupazione per la crescente carenza di competenze nel mondo dei servizi informativi. Ma qual è il punto?
[ZEUS News - www.zeusnews.com - 04-06-2010]
Imprenditoria, questione di stile
Adriano Olivetti accanto ad alcuni giovani operai nella fabbrica di Ivrea verso la fine degli anni '50.

Durante la giornata di presentazione dei dati del rapporto del Rapporto ICT 2010, condotta da Assinform, vi è stato un susseguirsi di interventi di autorevoli top manager di altrettante autorevoli aziende che hanno portato alla luce un contesto di insoddisfazione complessiva per ciò che riguarda i servizi informatici nel nostro Paese.

Si coglie - afferma Massimo Messina, co-responsabile IT del Gruppo bancario BNL-Paribas - una profonda delusione di come l'offerta si propone ai clienti con scarsa competenza, poche idee brillanti e poca qualità.


Carlo Privitera, capo IT e tecnologie Luxottica, suggerisce che vorrebbe non più una generica IT per l'industria ma qualcosa definibile come Business Technology: tecnologia che genera fatturato.