19 gennaio 2010

Social Programming

Sto leggendo il post dell'amico Lawrence che introduce una definizione nuova (almeno per me): Social Programming.

Da qualche anno in azienda mi sto occupandoo di organizzazione di cicli di produzione del software, con particolare attenzione al modo con il quale si possono organizzare i team di sviluppo interni. Fin dall'inizio mi sono scontrato con la realtà "poco sociale" della mentalità propria degli informatici, che emerge proprio quando si ragione dell'organizzazione dei progetti nei sistemi di gestione della configurazione (source versioning).

L'opensource e tutta la comunità mondiale che si è sviluppata in questi anni ha aiutato a inserire anche in azienda strumenti e metodi utili a far evolvere le organizzazioni e i dipartimenti produttivi.

Social Programming va quindi ben oltre alle varie metodologie (Agile, Extreme Programming, Waterfall, etc): è un cambio di atteggiamento mentale utile a migliorare ciò che facciamo mettendo sempre di più le persone (non solo per l'aspetto tecnico, intendo) all'interno dei processi.

Una bella rivoluzione. Grazie Lawrence.